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31.5.06Ricetrasmittente. La mia spina nel fianco è sagace ed ha un bel canto punge soprattutto quando son distratto e mi mantiene d'un bel colore alabastro. Cara la mia chimica è la volta che non c'è nemmeno più la voglia perchè ogni respiro lo sento più grave e mi par così nullo dover mettermi qui con le gambe che s'aggrottano accovacciato difronte allo specchio per giocare di nuovo all'altro universo. Spesso mi son dispiaciuto di non essere diverso al verde delle mele acerbe più volte ho regalato del rossore continuando a mietermi sghembo perchè non ero questo non ero quello. Ora che nei trenta sfavolo ancora non ho più il garbo d'offrire il mio gambo a rose scotte dal caldo: lasciatemi rimato decomprensibile animato corridore all'incontrario animo vario sfuggente agli imballi amante degli accenti caldi sfasato d'un settenario acronico gaudio alieno umano pazzo ma sano. 26.5.06Oboe e marmitte. Questo rumore di periferia eterna non mi permette l'accondiscendere del sonno fra la mente ed il pongo con il quale oso modellarmi solitamente. Non è possibile che mi scatti persino la scrittura mentre incedo fra i sassi di questo paciugo di stazione. E' altamente a fior di pelle bruciare istantanee di pensiero e dover attendere lo sblocco per riuscire a non farfugliare quel che sarebbe dicono il tuo seme. Mi verrebbe da ciucciare e cucinar ciliegie dal nulla più per cercare di rilassarmi anzichè dover attendere il passaggio di un me stesso latente dietro a questo sferraglio di paesaggio urbano e decadente. Oboe e marmitte, muschi e promesse: una salsa per vomiti a peso, irriverente ai santi e votiva agli equidistanti. Le lastre dicono che mi s'è smagnetizzato perenne il cervello, che confondo la notte per Signora da passeggio, che mi diletto vacuo da medicinale scaduto, che la mia resistenza è destinata all'infrangersi sui pratici, che s'ho visto uno spirito me lo son già bevuto, e che ai romantici io alzo ancora i calici. 18.5.06Jacopo. Se n'esce cieco dal grandangolo sniffando l'umore e spazziando libero: già respira la grandezza della festa sbirciando accanto un padre albero ed una custode dal sapor di mela. Benvenuto implume pennuto: goditi la giostra attorcigliando la gioia, ultima gemma d'una stirpe fiera prima dolce goccia del tuo mare caldo e protettore d'un eterno sapore magico. 17.5.06Perfecto para imprimir en una gran variedad de impresoras. Aver voglia delle lacrime da richiamo per potersi finalmente permettere un business che ti faccia almeno sopravvivere. Ed invece non ce n'è. Un'esistenza piena di bus turistic con il tetto senza il tetto e lo sguardo ad O per ammirare il cielo. Riuscire a smeningiarsi per completare l'informazione che ti manca chiedentoti perchè il tuo meccanismo in tutto questo attorno non si imprinta. Se mi pigi non servo, se mi stacchi non mi riattacco, se mi butti mi rilasso. Vorrei solo aver del pane per pucciarci il sonno e rendermi felice per sorridere omologato finalmente. Ed invece niente. Non riesco a squagliarmi ed il frustino per non acidirmi è lo stupore degli altri. L'isola dell'estraniazione non dovrebbe permettersi d'avere un tornaconto di sole da spiegazione verso le altre persone. Se tu resisti quieto perchè il tuo weekend è lo sforo di un'arroganza da lavoro ed il quarantaquattro dei tuoi piedi è la lunghezza massima del tuo campo d'azione d'avanguardia beh questo non è detto sia il metro di chi non riesce più a misurarsi. Mi verrebbe da dispiacermi per non essere il chi tu vuoi del chi tu sei ma poi mi sostengo dicendo che finirei per essere un essere opposto al mio essere. Non c'è via se non il verso che da sempre sostiene il mio passo inciabattato da braghe di tela e valigia di cartone. Canto e viaggio, lascio la polvere fra denti ed epiglottide e bevo quel che mi regala il sereno. Vedremo. 12.5.06Triplice fischio. Chi controlla il controllore obliterando gli adduttori, chi scodinzola lontano parandosi la marmellata gongolando chi s'avverte di non esser più super partes dei baloon. Cori cori a salvar formaggio conteggiando i cartellini: qui si torna agli albori bianchi, neri e catodici d'autori, qui si fotte un sistema da franchi, sghei e tiratori. Metti una X ad un ricordo esiliato e tangentato togli una G a farlo controfigura immolata dello stesso: se ne andranno tutti quanti all'estremo del campo scommettendosi la galera o il campo santo. 3.5.06Maybe Man. Fibre mosse dal coro dei giorni arse e sparse ovunque bruci i miei lembi suonan la campana dei fulmini sparsi fiutando la riffa al bordo della cantina. Quando chiedo a Gelsomino che diavolo è il demone che l'ha convinto ad invischiarsi in questo pattume lui smoccola il naso e deturba il paesaggio cantando il suo inno. Maybe man dice a me stai su con le spalle mi dice che già il mondo curva se stesso dice in un infinito ciclico bello dritto col palmo della mano a bere l'ombra sugli occhi. Cosa vedi? Sereno. Cerco un buon liquore trovato nel sottobancone dell'olfatto e mentre trangugio riavvolgo il nastro fino al punto in cui avverto un taglio scolare il bruciore. Avrei da dirvene urlando di pianto gioia a catinelle ma l'imposta pagata sbatte l'anta ad una corrente viva e alternata. Gelsomino vieni qui che sotto alle tre carte si nasconde da sempre un sogno sfuggente. Ti porto io a festeggiare: mentre scoli via lontano da questa baracca attacca pure le tue quattro strofe unte sotto ai tacchi da ballo. Maybe man dice a me stai su con le spalle mi dice che già il mondo curva se stesso dice in un infinito ciclico bello dritto col palmo della mano a bere l'ombra sugli occhi. Cosa vedi? Sereno.
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Vi lascio la punteggiatura, ma non nel mezzo: quello e' tutto fra la mia testa ed il blu. Percio', nel caso vi piaccia per gloria o pecunia, almeno un grazie o una mancia rauca. |
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