Di quel
che passa
si scrive,
si canta,
si balla.
Di quel
che resta
ci bastan
gli occhi.
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22.12.05
Si dice sia il venticinque. Volevo e poi ho fermato. Volevo e poi come dirlo?
Volevo che si infiorettasse, che servisse, che si infiocchettasse ma che non fosse allo stesso tempo troppo dolcissimo. Che aiutasse, arrivasse, gioisse. Gioisse è comunque una bella parola. Stramba.
E' il posto del 25, quello che mi riepiloga e mi stupisce, quello che ogni volta mi sorprende a dire: grazie. Per quel che è stato e per quel che è stato conosciuto, per i giorni che nella vita mi porterò come anni, per gli amici che ho e che di nuovi ho abbracciato. E allora, cominciamo.
Grazie a quelli che il primo mese mi han fottuto tutto prima che avessi tutto che m'han fatto incazzare apposta affinchè ne traessi più forza. E' servito, cari portavia, baciatemi il deretano.
Grazie al mio socio, mi avevan detto che amici sul lavoro mai che prima o poi ti scanni che poi o prima i soldi ed invece ci siamo arrovellati attorcigliando le curve alle malelingue e siamo ancor più forti del forte che piano piano sulle rime della vita costruiamo.
Grazie a chi ha fatto l'amore trent'anni fa sul Maggiolone, chissà come son passati anni come se volessi dimenticarmi quasi m'avessero fatto il torto d'avermi messo al mondo senza darmi alcun libretto d'istruzione che il loro. Ce n'è voluto di aiuto, prima che capissi che il loro era il mezzo migliore.
Grazie a Gambadilegno, mio eroe che allunghi il tuo sorriso dal cielo. Grazie al distacco fraterno degli anni passati nel gelo distante ora mi serve a ricucire con calma il solletico delle nostre guance. E poi.
Grazie alle belle anime che rendono il mondo un passaggio più allegro più con senso più il solo modo per sapere di lasciar un sassolino nella foresta.
Grazie a dei nomi che si portan dietro emozioni:
Amir, Giulio, Silvia, Francesco, Roberto, Bruno, Gaia, Franco, Simone, Ilenia, Leonardo, Nicoletta, Milena, Pietro, Gianni, Beatrice, Eloisa, Manila, Laura.
Non ci sei? Non è vero, non è un elenco, ci sono solo nomi che metto a ricordo e a cui posso togliere gli adesivi dei nick ma le mie mani stringono anche gli altri. Tutti gli altri. Magari se passi, aggiungi un nome magari il tuo ai commenti ch'allungo la lista e mi faresti un gran bel felice.
Grazie ai colori, ai sapori dei pazzi, grazie alle parole dei saggi che ho sentito, letto, declamato e vissuto nei castelli e nelle piazze: tatuate sui pixel e riversate con la voce intinte nei giorni e per sempre ricordi.
Grazie che t'amo Blu ma non dirlo al cielo: abdicherebbe.
Passate un buon Natale, non ingozzatevi sulla mangiatoia e scaldatevi i cuori, che fuori senza voi par freddo.
10.12.05
Di me. Quando s'apre la mano fa ciao lenta quasi partisse l'apertura dal gomito.
Una fortuna chiamata Amore in valigia appuntata come sopra una divisa che di quello che non sai a lui brucia e a te rimane che un dubbio. Parte che s'accompagna all'alzata del sole e ne sapesse la schiena ne ha pena ma avresti dovuto in quell'istante tu voltarsi per guardargli gli occhi che andare serve anche un po' ad imparare come tornare meglio: ed anche allungarsi l'ombra per crescere più lungo gettandosi a raccogliere più mondo. Santificare il sudore, aspargersi la polvere, ascoltare suoni sotto le lingue e abbracciare quanta più gente s'incontra: dormire a casaccio fr'altri occhi, sentirsi cucita la paura, abbaiare agli inganni e portarsi dietro quell' incedere lento, che s'apre la mano e fa ciao lenta quasi partisse l'apertura dal cuore.
6.12.05
Mele morse. In nome di quel che nemmeno si dovrebbe fermarsi a pronunciare talmente è palese quel che avete dimenticato non cercate nemmeno in voi quel che avete scatenato non siete in grado di domare la bestia omuncoli in blu divisi in divisa e lucente volgare di giacche omuncoli in blu del colore del sangue quando ha freddo per le botte per la follia per il denaro per quel che un manipolo manipolato ha manganellato verrà un quando in cui si vergognerà l'anima chi ha armato e la tormenta busserà ai bastoni e v'auguro che sia lontano che ora è solo il ripetersi di un potere che mai è servito e da sempre ha servito.
-> * <- L'amaro di speranza in questa notte documentata solo che all'alba è che in quell'ora a trecento all'ora la coscienza si risvegli più in fretta.
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