Vestirmi uguale in anni otto mai passato. Rivengo, divelgo e svengo. Per esempio, amore. L'avrò scritto in pixel sotto il conto dei miei polpastrelli. Prova, scartabella e appallottola. Se vinci ti porgo una Duvel. Non lo puoi mica fare a tuo agio come l'aprir l'acqua al rubinetto. Il semplice va dosato, la magia è un attimo alla fine dell'eterno. Ci vuole scienza, un portamento esatto che guadagni in lustri. L'inchiostro non paga, forse manco la bara. La vita svolge il suo tema in fretta e non puoi nemmeno cambiar penna. Firmare d'oca e ceralacca votiva. Rifarsi il giro e sperare, pregare, sogliarsi e tentennare. Sembra tutto fermo mentre l'orizzonte resta in silenzio ogni giorno diverso.
Vorrei poterti raccontare che basta una rima. Ma bisogna arrivarci, prima.
Torna l'onda della coscienza senza fame senza pane parte dalla distanza per un'illusione a creanza ognuno si rigira dalla parte del torto raccogliendosi ogni giorno almeno un po' più stronzo.
Vale quel che vale la ragione del non saper fare perdendo granelli e lacci di percorsi andati accarezzando spalle, sollevando guance mantenendo sempre lo stesso intercalare audace.
Via, vai ovunque sgrassi che tanto il conto rode altri lasci la mancia ma non saldi la paga furbizia per mesti roditori d'umori imprenditori strimpellata in bocca ad una gioventù insaccata.
Non lo capisci perchè l'avresti già dovuto ma non l'hai mai reso perciò basta farmi altero e spreco non parole grasse e vuote perchè anche se mi spremo la goccia non risucchia il cielo.
Vi lascio la punteggiatura, ma non nel mezzo: quello e' tutto fra la mia testa ed il blu.
Percio', nel caso vi piaccia per gloria o pecunia, almeno un grazie o una mancia rauca.