Sali a Baita   Do Re Mi
Fa
Sol
 


Di quel
che passa
si scrive,
si canta,
si balla.

Di quel
che resta
ci bastan
gli occhi.

 

27.8.05

 
Atipico celsius.


Sfùmino
il bianco si fa il grigio
miscela celebrale di vapore acqueo.

Ne viene
come un posto a sedere
sull'autobus dei condannati
dove si ride
di chi scaccia.

Ogni accostamento cromatico racchiude uno scontro di coiti,
a volte è miscuglio solo da risciacquare
ma il biglietto vincente
nell'attrito si accende
raramente
e quel che n'esce
è luce nuova
superba nei sensi
che si fa sonora.

Più d' aurora.


#

22.8.05

 
Lei, m'insegna, è difficile da raffinare.

Dov'ho smarrito la teglia del corpo?
Il punto esatto fra crudo e stracotto dove solevo menarmi lo spasso al mondo?
Dov'ho corrotto l'uomo passato al placido mio setaccio?
Quale il burrone dove rotolatata è burlata la mia gioia squagliata?
Dove il recinto, dove la staccata d'andata al biglietto, dove il passo in più del troppo alto crepaccio?

Gelsomina ha un nome che ride
ne piglia che gliene danno
s'appassisce e via rinasce mite
e lei piace di perenne vanto.

Non c'è trucco, non c'è inganno,
accorrete al baraccone, ne restan per poche ore.
C'ha ragione quella che mi correva parole dicendo che sarei morto presto
che sarai stato sfamato solo da postumo
che portavo a spasso un bersaglio da colpire con freccette manco di rovere
che fiutato lo sfiato s'è girata d'altro lato
al tramonto ha preferito l'alba
e che la notte se la inghiotta.

Mai parlare di macabro sai,
mai ossa, umido e terra.
Mai differenziarsi la raccolta di parole
perchè dicon che c'è troppa gente di scrittura
senza grafia o morfologia.

Sghembo, capisca, non è forse il periodo storico adatto al suo genere di mente,
tardorinascimentale, ottocentesca, cappa e spada e fiorin fioretto,
oppure futuribile e complessa,
astrusa dal contorno irso, spigoloso, denso,
lei, mi insegna, è difficile da raffinare.
Non se la prenda a male,
vada a faticare.
Ci son già pieni i coglioni di politici, rubamazzi, finti attori e sinonimi,
ci mancherebbe.

Ci mancherebbe.
Si dia retta,
mangi qualcosa pagato di suo.

#

11.8.05

 
Tante belle cose.



#
 
Whisky.


Ho una saetta in testa.
Scolpita, schietta.
Segue per natura la sveltezza di un cammelliere in gobba ad una stella cadente.
C'è un neo: gli vado per fisico dietro.
Perciò soffio e soffierò per tenere la randa.
Nello scorgermi veloce sembrerebbe a te che sbuffo.
E non è.
Non mi chiedi neanche il nome
e nemmeno te lo scordi.
Ci vuol talento per pizzicare le corde
riavvolgerti dentro al mio intestino
sbullarti di me.
Se mi ricordo
è un guaio
se mi atteggio
è un falso in fuga
se ti pronuncio
non sei già più.
Ora fuori tutt'attorno il sole grimaldella le rose secche del nostro terreno smosso
e serve ancora quel rastrello rotto, l'unico pettine concesso al saper incontrarsi.
Anima bella, plagiata al conteggio del fiato tolto alla nostra vicinanza,
maledetta sia la ricerca del nostro contorno,
troppe volte annegata di sbagliati pensieri,
poco esplosa quando d'amore odiavo il rumore
e sangue per carni precotte ai grilli del rancore.


#

8.8.05

 
Post i.

#

2.8.05

 
Sosta vietata.

Batteria, che i numeri pari mi piacciono che c'hanno le olimpiadi, i mondiali.
E poi stop, rosso al verde, pit stop giallo insinua il dubbio che mi tampona d'onda d'urto per non lasciar passare il singulto.
Ehi, estatissimo, come sei caldo d'un caldo da telegiornale, il più caldo senza fiatare: raggiungeremo i quarantagradi in tre ed i novanta in due.
Mi piacciono i numeri pari, hanno mistici e speziali.
Saltare, jumpare, rollare e sbiancare: attaccato alla transenna basta un passo per essere un altro, avere uno scambio, guadagnare il mio canto.
Basterebbe una spinta a questo baldraccone da carillon con la giusta porzione per guadagnarsi una briciola di sopravvivenza.
Ho bisogno.
Di uno sfogo,
di una fuga,
di una via d'uscita a mano tesa.
Altrimenti è grama,
è nebbia,
è scavare in pece nera.
Ho limite,
nel farlo,
quasi fossi in vita
con monetine da disco orario.


#

 

 

 
   


Pixel stretti:


   


Questo è
l'ultimo
inchiostro
mercantile
fresco di
sale e rime.


Qui ultimamente
sto in compagnia
di bella gente.

 

carta

Quest'altro
invece
è a spasso
per Santiago
con le prime
piume.



Il Pallone,
se sei così vecchio,
ora l'avresti perso.

Fortuna che,
come niente,
ora è tornato
tranquillo come sempre.

Se spulci
attento
già c'è l'eco
archiviato
di quel che ero.

Comunque
di certo
rimane solo
lo Sghembo,
ed è questo:

Home.

     
    Cerca che ti passa  
   
Vi lascio la punteggiatura, ma non nel mezzo: quello e' tutto fra la mia testa ed il blu.
Percio', nel caso vi piaccia per gloria o pecunia, almeno un grazie o una mancia rauca.
 
   
creativo