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24.9.09Benna alzata sulla provinciale. Poggiami sui 75Hz mentre sostieni il mento con un palmo di mano esoso. Sfrucolati le ciocche come valle in piena distratta: eppure ho appeso un cartello, eppure mi sbraccio buffo dalla vetrina del mio scantinato. Mi manca il fiato. Ogni rinascita passa per lo scartavetrare della terra sopra la tua mascella. Gratta gratta in buio finchè non scorgi il primo filo d'aria. Ma il carosello se ne sbatte, ogni tanto solo finge di spiare per poi tornare al nulla fare. Eppure sento un fremito, eppure a poco a poco s'alza uno scatto di palpebra. Attenzione, mi dice qualcosa, insisti costante contro ogni variabile muta e contrario al gioco del non attraversare. Andare, come sempre, incapace del quieto restare. L'ho già fatto e non mi resta che ben lungo pedalare, schivare e provare. Provare provare provare... 15.9.09Lo so. Passo al mio ritorno dopo dieci anni.
Era mio nonno. Volevo dirvi La vostra grandezza, 6.9.09Beautiful drum. Sono le nove, esco dalla doccia nella foresta per inseguirti fra la roccia e la mia testa m'asciuga di caffè per cercarti lontana assaporo la distanza, rimani sempre la mia più bella danza. Fischietto, ballo in cerchio con me stesso, qualcuno mugugna, qualcuno piange, qualcuno nemmeno si accorge che quasi lo portan via le onde. Casa, lasciami a casa sfuocato, lasciami a casa tra il soggiorno e le piume, tra il catartico e l'ansia mentre faccio errori di ortografia, sento quanto pesa il giro della ruota e taglio l'erba innaffio i tetti infilo le ciabatte per dar da mangiare ai gatti e mi rimetto a pregare prima di sudare. Puccio le assi di parquet in una colazione dispendiosa osservo l'inclinazione pericolosa della lancetta destra sull'orologio appeso al vetro penso al mio velcro che non sono ancora andato nello spazio m'han già messo in croce ed io non ho neanche l'età per scrivere. Ieri s'è spostato uno che ha m'ha detto scrivi per bugia scrivi per calore scrivi perchè non puoi fare l'esploratore in verità non me l'ha mai detto ma lo sento che lo avrebbe ed io in fondo son ancora qui che m'allungo ma ancora non tocco. Devo uscire andare chissà dove allora mi metto un papillon i bermuda e fingo di ricomprarmi i capelli vado in cerca di un fiore un asfodelo mi piace il suo nome da cruccio interiore e bellezza esteriore. M'infilo oltre la siepe esco dal cancello ruoto verso me stesso andrà tutto bene lo vedi lo vedo batto le mani a tempo nonostante il temporale continuo a fischiettare. 1.9.09Rischiatutto. Il pane da venire sfugge al mio inveire. Oggi schiude una porta sognando il portone. Lo spiffero del mezzo mi costa l'eterno, il passato ed il futuro con un pagamento all'accesso. La timbrica della sveglia ora anticipa l'alzata del sole. Quando mi alzo preparo la colazione, sfioro il mio amore e scommetto che sarà sempre migliore. Oggi, detto anch'esso, s'apre una voragine affamata del mio meglio. La sazierò con quel che ho, perchè quel che sono dovrà divenire un buon falò del mio sarò. Posseggo del legno ed un sorriso mai incerto. Osservo la muta delle foglie distante dal fruscio. Fa che la neve sia bianca e non fredda quando coprirà la tormenta. Che sia una buona coperta, scaldaossa e dal sapor pelle rosa. Oggi è un vagito per due, una danza per tre, un filo sulla seta dei miei perchè.
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Il Pallone, Home. |
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Vi lascio la punteggiatura, ma non nel mezzo: quello e' tutto fra la mia testa ed il blu. Percio', nel caso vi piaccia per gloria o pecunia, almeno un grazie o una mancia rauca. |
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