Sali a Baita   Do Re Mi
Fa
Sol
 


Di quel
che passa
si scrive,
si canta,
si balla.

Di quel
che resta
ci bastan
gli occhi.

 

30.1.06

 
Tour all inclusive.

E per chi l'avesse perso vi riproponiamo l'inventario di un se stesso.
Venite prego ammirate on line il nuovo portale tennologico del misterioso uomo.
Attraversate con etica digitale le sue impronte e badate bene a dove mettete i vostri piedi.
Lui v'accorgerete ormai non è più in casa: torna perchè ama e quando dorme sogna il futuro al passato.
Tuttavia fate attenzione: lui è rimasto strano.
Sarebbe piaciuto certo prenotarsi un viaggio parecchio lontano ma esaurita tutta la corsa s'accorto che dal proprio cuore non si smonta la groppa.
Libertà d'amore senza vincoli da dottore: lasciami me che non vorrò mai null'altro che te.
Ma i castelli sono sempre modellati al vento ben prima che la sabbia li sciolga al primo sole.
E perplessi rimangono gli uccelli che dall'alto già sanno di un futuro da visione migliore.
Grandangolo ottuso che osserva come la dinamica non porti altro che all'insacco in una buca nera d'angolo.
Tregua, ben venga l'armistizio: il miglior nemico giace accanto al mondo tuo ed il fiato sul collo rende rigido persino l'approccio.
Nonostante ciò le chiavi del castello sono ancora appese al fianco ma tutto il loro peso non riesce ad elevarsi nemmeno alla grata per far che si lancino a qualcuno e gridare:

sono io, sono unico, sono vivo.

#

21.1.06

 
'lnnanzitutto,
che cosa può esserci
di più dolce e prezioso della vita?'

Avrei già da aver dormito.
Con chimere sulle ciglia e riposi acquattati sotto agli occhi.
Di chilometri macinati per brindare agli umani.
Ma non se ne può,
è come un dovuto,
che non ti lascia,
ti abbranca
e men che meno t'abbandona
lasciandoti staccare il ticket per i sogni
semplicemente perchè
a volte quelli, i sogni, ti precedono folli.
La circonferenza delle persone Grandi ha un baricentro espresso in modi che il tuo orecchio difficilmente ha modo d'ascoltare come se fosse un semplice suono.
Spesso è un silenzio: nel non dire si nasconde di fortezza tutta una voce.
A volte è un litigio feroce: una fuga infinita fra emotività e perfezione che allo sfioro scintillano creatività da inchino.
Capita pure che sia padre: d'una ecografia che ti fa ciao con la manina, ti sorprende con un trillo e sgorga in parole fatte a lacrime d'amore.
Per nutrirlo il sentimento ha bisogno di pazienza, dolcezza, una spezia nascosta e una nuova targhetta: è magico questo risotto di ricetta.
A tutto questo serve io credo un tetto e allora si va in cerca di una casa per l'affetto ma la pazzia è una costante in una vita precaria e al giorno d'oggi, si sa, o sei nullatenente oppure chiedi un mutuo per la tua libertà d'emozioni e nel caso ti sia concesso ne fai un fotogramma nel momento stesso spostando il tuo pensiero dalle catene al tuo animo sincero.
C'è proprio d'augurarsi ogni Bene, scordarsi le password e via giù in picchiata ridendoci sopra come chi ha voglia di richiamare con un campanellino al collo la sua gioia.
Per farlo magari rubo un megafono e mi ci metto di scherzo a fare imitazioni dei peggiori mali con congiuntivi continui contenenti sconnessioni per ricordarsi che i sorrisi curano per davvero anche le peggiori situazioni e ti svelano le persone nelle loro esplosioni di bellezza, come pop corn ad una festa.
Per concludere il party assumerò un cantante che con voce rauca nel giorno della dipartita di un grande saprà raccontare in rima quel che inspiegabilmente ho tentato finora di raccontare in un frullato buono solo da spazzare in un anomimo form impossibile da realizzare.
Quando tutto e tutti mi avranno lasciato come la prima volta che sono nato mi butterò sul divano e chiuderò la porta e guarderò me stesso senza che riesca mai a scorgermi per davvero.
Scoprirò forse di non avere la grandezza d'un attore per questo palcoscenico ad ore ma non mi importerà perchè saprò perfettamente di avere la possibilità di rendere questo tondo un posto migliore: senza dire poichè molto sarò il miglior sarto di questo mondo e cucirò e taglierò fino ad ottenere il più bel vestito di seta da rimaner senza parole, come elogio alla mia pazzia interiore.

#

16.1.06

 
Smucky.
Va chi c'è.


Quando lui entra in casa la casa è cambiata.
Quando io toppo la chiave e mi distendo sul divano la finestra è diversa.
Quando poso lo sguardo è strano il tavolo,
ristretto il soggiorno,
mangiato il corridoio
e rosso il copriletto azzurro.
Mutato il bagno,
scomparsa la doccia,
arretrato il frigorifero,
invaso il vaso.
Passate le persone, rimpolpate le intenzioni, versate le amarezze e scolate le speranze.
Eppure illogico decido d'arrancarmi con gli occhi scomodi un riposo che ostino meritato dopo aver sbobinato più o meno un paio d'anni di quelli buoni, senza ghiaccio e versati in un bicchiere doppio malto.
Perciò non voglio aver più di due neuroni e rifiuto l'evidenza: mi sdraio, sprofondo in un me stesso arrivato e faccio per tagliare di almeno un tre quarti il mio bulbo oculare con un paio di soprapalpebre in completo ed ignoreo relax.
Ed è quando arrivo quasi al contatto fra ciglia e cipiglio che m'appare come fosse reale: il punto del non ritorno in cui ammetto a me stesso che sì, quello che lui vedo è lì, di nuovo, senza saper come, senza aver del tempo dimenticato è di nuovo entrato e s'è messo cavalcioni fra le mie mura e le mie variazioni.
Ed in effetti.
E'.
L'unico sfregio d'angolo rimasto illeso dal tremore che ha passato un bisesto è pur ancora nella stessa asse orizzontale: il davanzale.
E sopra di quello lui quello.
- Dimmi che non sei tu.
- Se tu mi offri lo stesso.
- Allora non se ne esce.
- Al massimo dovresti chiedermi come sono entrato.
- A che gioco giochiamo, Smucky?
- All'abbandono della verità?
- Nessuno ha abbandonato nessuno: al trasloco tu hai scelto il silenzio assenso e io lì ti ho lasciato. L'ultimo tuo è stato, ce l'ho in tempia stampato, qui son nato e qui resto perplesso, adieu. Mi eri anche di un sacco piaciuto: melodicamente patetico e coerentemente pungente come ombra del crepuscolo che lo attende.
- Sei cambiato.
- Certo che sono cambiato, che ti credi? Tutti cambiano, tutti si cambiano, tutti si scambiano. E' vivente, è palese.
- Sei cambiato di punteggiatura.
- O questa poi! Simpatia: ti rifilo un esclamativo nel duodeno così ci dai un taglio ai giudizi precoci.
- Vedi? Permaloso sfiorante lo scontro: difendi il nuovo territorio. Ho ragione.
- Ehi sapientino nessuno ha invitato qualcuno ad una rimpatriata ok? Tantomeno ho votato affinchè il tuo culetto mettesse bella mostra di sè anche sopra questi caloriferi perciò fammi un favore ed esplicati.
- Mi mancavi.
- O santa Mafalda protettrice degli Scrooge guarda cosa tocca far sentire ai miei padiglioni auricolari! Uno Smucky mieloso mancava davvero alla mia raccolta di figurine della collezione Alter Ego '06! Perchè invece non mi racconti come hai passato gli ultimi due inverni e non vieni ad ammettermi che non sono io quello che ti mancava ma che avvertivi soltanto il bisogno di tornare... tornare e basta?
- Per tornare bisogna prima andare ed io non mi sono mai mosso.
- Senti Sfinge, io da queste parti ultimamente ti ho visto raramente, diciamo pure tante volte quanto, vediamo... il vuoto siderale?
- Ti sei sempre voltato dal lato sbagliato.
- Ma chi ti scrive le battute? Un caricaturista di Wild Wild West?
- Sai che c'ero.
- Ammettendo per un pico secondo che la tua fandonia sia una briciola d'essenza di verità: se così fosse mi dici cosa diavolo vuoi? Sei fuori tempo, fuori rotta. Hai perso il giro amico, sei Slot dei Goonies in Schindler's List.
- Mmm, te l'ho già detto. Sei cambiato.
- E allora? Il cambiamento è evoluzione.
- Anche il tuo di autore non è niente male.
- Senti piccolo amico dei cuginetti stronzi: io non ho più tempo per occuparmi di te. Anzi sai una cosa? Non ne avevo anche prima. Avevo solo compassione. Nutrizione di ambizione. E sai perchè? Perchè tu non eri e mancomeno sei! Certo non sporcavi neanche ma caro il mio stilita già allora avevi eletto il davanzale a tua colonna e onestamente già dopo due giorni che te ne stavi da me il fatto che tu non proferissi parola non è mai stato il miglior modo per candidarti a sostituto di Red.
- Red! Che fine ha fatto?
- Suicidato d'aria: è saltato fuori dalla boccia la prima notte che mi sono trasferito. Ad ogni modo Smucky io qui non ti posso tenere: lo spazio è poco e non sono poi così sicuro che parlare di nuovo con te mi faccia bene.
- Sempre che io decida di risponderti.
- Esatto. Perciò salta giù una buona volta da quel davanzale, fai ciao ciao con la manina e scivola via: so che è un piccolo passo per te ma potrebbe esserne uno grande per l'intera umanità di questa casa. Ok?
- Ultimo desiderio?
- Concesso.
- Blues.
- Giocati bene le tue carte.
- Satchmo.
- Non basta.
- Heaven. Con la Fidzgerald.
- E va bene. Play.

Quando vorrebbe svegliarci, la mattina ci trova accovacciati sullo stesso davanzale: testa a tener su l'altra spalla, che ancora sembriamo dondolarci.
E da chissà dove arriva ma non s'accorge che si sente lieve un

Heaven... I'm in heaven,
And my heart beats so that I can hardly speak.
And I seem to find the happiness I seek,
When we're out together dancing cheek to cheek...

#

9.1.06

 
Primitivo.


Primitivo.
Ancor umido screto e la prima forza che m'avvolge alza le palpebre.
Ode primogenita, palese sentenza: chi io sono e chi io sono sano e chi io debbo essere umano.
Chi io mi muova, chi io pensi chi io m'atteggi.
Esalo il primo vagito e già son quel che in fin di nascita m'hanno posto con altre mani.
Ecco, secondo nome Luigi in memore Pirandello, io non sono nè questo nè quello.
E' più una chiesta, un obulo cortese senza grosse pretese: lasciar che io come voi sia me e non più quello, svagar quel che parte dalla mia mente senza l'imbrago delle vostre catene.
Ve lo vado a ripeter cortese poichè l'animo al quale sono appeso usa una lenza incipriata al meglio delle vostre saccenti laterali visioni: ognuno avrebbe già in grembo il proprio granello, basterebbe lasciarlo sotto natura e veder che succede.
E invece.
Troppe elisioni monche d'altri han portato ad un possesso d'animo espropriato.
Ballate e canti catodici s'apprestano allo jodel difronte al mio termosifone supplente utile allo sbrinamento degli inutili apatismi che fidelizzano i buoni propositi.
Per protesta decido di porgere al succhio la mia voce dal Sindaco farfugliandoli la mia credenza di favola in cui dei Signori che sanno già tutto di tutti si credono che uno
se non parla allora non ascolta.
Tanto mi ascolterà, lui è buono.
Invece sogghigna e spiattella: certo ho a cuore tutta la cittadinanza ed in particolare chi mi segnala evidenti lacune sfuggite ai miei giunti che come lei di certo sa, non può non sapere, caro Sghembo, non sono altro che l'ingiunzione di un pagamento già impegnato al momento del suo riportato in alto vagito stessssso.
Esse sibillina: io m'arrendo al vostro me stesso, lui sentenzia sinuoso di nuovo dicendo:
'Ben bene sfrigolo felice di cotanta sua speme.
Per questo intendo tener nome alla mia solerte accondiscendenza e chiedo un walzer d'inizio anno al sapore d'un dolce sfogliato.'
Senz'accorgimenti ecco quindi il perchè del mio dindillarmi ebbro di prematuri inganni .
Fogo d'umori e gongolo danzante.
Non si saprà mai chi io fossi, chi io t'amassi,
mondo già stampato, macero di solitari strambi.


#

2.1.06

 
La mezza.
Countdown.

Scavalcando il giorno
mi ritrovo disteso,
allontanato di ritorno:
e son lisca di te.

V'è detto
che non fui di sbalzo
piuttosto mi cantina:
arcana di quesiti
ed esser soverchiato.

Così in breve tempo
son qui scalzo e gelo:
oceano vinicolo d'api
senza nè più paura
nè più vigna.

Al tocco
nulla più è notte:
piace all'aria da me
scansarsi di fiducia.

#

 

 

 
   


Pixel stretti:


   


Questo è
l'ultimo
inchiostro
mercantile
fresco di
sale e rime.


Qui ultimamente
sto in compagnia
di bella gente.

 

carta

Quest'altro
invece
è a spasso
per Santiago
con le prime
piume.



Il Pallone,
se sei così vecchio,
ora l'avresti perso.

Fortuna che,
come niente,
ora è tornato
tranquillo come sempre.

Se spulci
attento
già c'è l'eco
archiviato
di quel che ero.

Comunque
di certo
rimane solo
lo Sghembo,
ed è questo:

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Vi lascio la punteggiatura, ma non nel mezzo: quello e' tutto fra la mia testa ed il blu.
Percio', nel caso vi piaccia per gloria o pecunia, almeno un grazie o una mancia rauca.
 
   
creativo