Sali a Baita   Do Re Mi
Fa
Sol
 


Di quel
che passa
si scrive,
si canta,
si balla.

Di quel
che resta
ci bastan
gli occhi.

 

8.8.07

 
Babbino, babbino!


Stretto al largo di questa nave cargo m’allungo e m’arrabatto di naso in vedetta oltre la bisettrice della mia vendetta. Piegato al cartone del cantiere m’è scito un no grazie signore e così senza nemmeno aspettare come sarebbe stato crescer sano mi sono imbarcato per scrutare al di là del mio mare e ammainarmi libero ogni sera quando sul ponte battezzato dal vento ho sempre un po’ di tempo per il me stesso che ero.
A volte mi perdo nei meandri d’una vita che avrei voluto, obliterando la mia lingua fra la schiuma ed il castello di prua. Avvolto in una coperta di salvataggio in offerta mi coccolo deglutendo le monete d’oro sepolte che avrei guadagnato col sudore della mia immaginazione e mi soffio il naso al pensiero delle leccornie che ho sacrificato per il mio credo lontano dal sapore equino incrociato al pelo come punto ricamo.

- Che ci fa uno come te sul Moby Dick?
- Tento d’incendiarmi.
- Uhm. Non vorrei deluderti ma quello là fuori lo chiamano oceano mica per niente.
- Allora gli poserò un nome diverso.
- Uhm. E non credi sia una mossa un poco disperata?
- Tutti i sogni sono mossi da disperazione.
- Uhm. Comunque non hai speranze. Quello ti fotte prima che tu sia scintilla.
- Allora cercherò d’esser solo per lui una puttana esperta ma pacata.
- ‘Fanculo sburattino.
- ‘Fanculo tu, pa’.



Nelle notti di pece mi fingo timoniere traendomi in salvo in un oceano lacrimato di sale. Ma nulla appaga la voglia d’un lasciapassare alle sirene e nessuna carne sarebbe mai il baratto adatto al quotidiano affogo del sole.
Qui sono l’immortale.
Ironico mi piglio la rivincita su un mondo mangiafuoco: corteccia che non affonda e v’affronta senza lenza ne coda.
Così dopotutto galleggio e nel farlo continuo a pagarmi il salasso navigando e solcando mari che mai avrei potuto indossare se fossi nato sincero. Benedico il fato del mio andare come antitesi del mio compagno ancorato stanco con nome non certo d’uno stinco di santo e assaporo ogni porto ammirandolo irrequieto come fa il silenzio tra le note di un vanto.


Me l'ha chiesto lui, mica per niente.


#

 

 

 
   


Pixel stretti:


   


Questo è
l'ultimo
inchiostro
mercantile
fresco di
sale e rime.


Qui ultimamente
sto in compagnia
di bella gente.

 

carta

Quest'altro
invece
è a spasso
per Santiago
con le prime
piume.



Il Pallone,
se sei così vecchio,
ora l'avresti perso.

Fortuna che,
come niente,
ora è tornato
tranquillo come sempre.

Se spulci
attento
già c'è l'eco
archiviato
di quel che ero.

Comunque
di certo
rimane solo
lo Sghembo,
ed è questo:

Home.

     
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Vi lascio la punteggiatura, ma non nel mezzo: quello e' tutto fra la mia testa ed il blu.
Percio', nel caso vi piaccia per gloria o pecunia, almeno un grazie o una mancia rauca.
 
   
creativo