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6.3.06Banchetto d'arcobaleno. Ciao D. Non buono a fare il censore tanto meno il recensore, io, perciò del tuo inchiostro ti dirò solo quello che la pelle m'ha imbrattato. Per quanto sia lontano di molto da un buon immaginario strambo, il primo termine per te non è quieto: vomito. 'spetta. Non è fraintendimento. Spesso mi passano sotto al naso pagine piene e vuote che scorrono senza lasciarmi segni addosso mentre Matteo t'arriva diretto: quando tortura mi tortura, quando accarezza i fiori m'accarezza ed io per reazione vomito dolore e amore. Di secondo, ti offro l'attenzione. Premunito di te che sei il primo visto in carne e poi di carta ho pranzato del tuo pasto come villano al banchetto reale spizzicando prima incerto le posate per poi al fine tuffarmi nel tuo mondo senza ritegno con tutto il corpo. Volevo stare come uno distante dal tuo libro perciò ho affrontato la tua città giungendoci a piedi e mi son preso tutto il tempo di arrivare sul luogo dell'incidente gustandomi l'aria da te descritta. Una volta lì, col sangue per terra, ero già a mio agio. Tolte le barriere, il resto è stato un coinvolgermi da sbrano. Ed è strano: tipo come se lo sapessi di te dalla pelle che porti che dentro c'erano parole enormi. Mi resta solo da darti un abbraccio: la prossima volta che t'incrocio ho voce per chiederti e occhi per ascoltarti. Con affetto, lo Sghembo. * A provarci, per chiesta, l'ho dipinto.
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Qui ultimamente
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Quest'altro
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Il Pallone, Home. |
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Vi lascio la punteggiatura, ma non nel mezzo: quello e' tutto fra la mia testa ed il blu. Percio', nel caso vi piaccia per gloria o pecunia, almeno un grazie o una mancia rauca. |
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