Di quel
che passa
si scrive,
si canta,
si balla.
Di quel
che resta
ci bastan
gli occhi.
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10.10.05
Wallpaper. Videoproièttati sul mondo piatto che da due metri non si vede un osti partiti con l'idea di fare un salto e lasciati in aria la qualità senza sapere bene chi si troverà di là senza sapere cosa si lascerà di qua, con in tasca il resto del caffè che non ti sveglia mai.
Un passato senza sugo un album di batoste e sempre con le ginocchia alte.
Un' acustica scarna è il suono che hai nelle braccia che tiene da sola su la banda mentre porti a spasso la tua docile linea d'attacco.
Ma ora basta è l'ora della sbornia è quando cerchi il tuo angolo per proteggerlo a pisciate. Fermi il primo Gino magari perso per urlargli con tutto il mondo che c'è Gino con tutta la rabbia che c'è Gino cazzo ti infili sempre nel mio camino, Gino?
Vien con me dai, si va a deragliare.
Ma quello pende già via su per la collina di rifiuti a ravanarsi in cerca d'un profumo after shave sul tramonto. Quindi sbrandello da solo raschiando i muri rimbalzando sui mattoni inciampando sugli ottoni sporcando i pantaloni d'un porco suono di tromba che mi russa attorno.
La mezza mi alza sulla pozza per contrasto sbasso la cresta mettendomi tristezza.
M'abbraccio al primo Gino magari perso ch'ascolta il piano che tentenna in distanza ce se ne va insieme in un balletto traviato gli sbiascico Gino, con tutto il mondo che c'è Gino con tutta la rabbia che c'è Gino cazzo ti infili sempre nel mio camino, Gino?
Vengo con te dai, si va a deragliare.
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Vi lascio la punteggiatura, ma non nel mezzo: quello e' tutto fra la mia testa ed il blu.
Percio', nel caso vi piaccia per gloria o pecunia, almeno un grazie o una mancia rauca. |
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