Di quel
che passa
si scrive,
si canta,
si balla.
Di quel
che resta
ci bastan
gli occhi.
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13.5.05
Deciso ch'emigro. Voluttà indecisa mi chiede il privilegio d'esser meglio di me stesso. M'incipiglio. Accidenti, superarsi in catalessi è molto più contendersi che restare beoti e perplessi. Mai più. Deciso ch'emigro. Vado lontano e temporaneo, sbollettato e pazzo. Vado, si dice, perchè l'andamento fa spesso ritrovar se stesso. E allora eccomi giulivo reincollarmi lo zaino per lo spasso, scavalcare alpino monti con salti in alto e nascondere in maniche distanze linguistiche. Vado un poco anche etilico in cerca d'un parco dove schiacciare ammazzare e onirico ripudiare un sonnellino auspicando che mi serva, mi reintegri d'una pozione miracolosa che alzi più del dovuto le palpebre su questa nuova mia vita e mi ricordi almeno fosse per una frazione di tempo che se non scrivo non rido se non rido non vivo se non vivo espello solo muco e non sarei altro che di cervello eunuco e vada via il culo.
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Vi lascio la punteggiatura, ma non nel mezzo: quello e' tutto fra la mia testa ed il blu.
Percio', nel caso vi piaccia per gloria o pecunia, almeno un grazie o una mancia rauca. |
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