Di quel
che passa
si scrive,
si canta,
si balla.
Di quel
che resta
ci bastan
gli occhi.
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26.4.05
M'ammummifico. Na pode piu. No che non va. La gente si ferma al rosso e poi riparte sempre attorno allo stesso giro ed io incamminato dietro verso chissà dove. Sbaglio e risbaglio direzione. Vado opposto a quello che da sempre voglio. Sono stanco di lasciarmi trascinare eppure questo è quello che da sempre ho al traino. Ho bruciato troppi fogli e nessun asco a chiedere dita di altre mani. Ora vado, ogni giorno, dal presto al tardi, solo per ripagarmi occasioni in pasto a tarli mangiamonete. Ed ho sacrificato, sprecato e scialacquato le mie voglie di risvegliare persone addormentate in cuscini dalle orecchie lontane al mio volere urlare. Ora, deciso, io m'ammmummifico. Addirittura screpolo via una vita che poteva essere mia e quasi sempre passata a chiedersi chissà Eolo quando girerà lo strumento. Per cosa? Per qual premio? Disidratato accanto al mio fato, con la magrezza fra le sillabe e l'ammaino ad un passo da quel che da sempre anno dopo anno fra testa e cervello a nulla ha servito che d'utopico non appartiene a questo mondo silente.
Magnifico.
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Vi lascio la punteggiatura, ma non nel mezzo: quello e' tutto fra la mia testa ed il blu.
Percio', nel caso vi piaccia per gloria o pecunia, almeno un grazie o una mancia rauca. |
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