Sali a Baita   Do Re Mi
Fa
Sol
 


Di quel
che passa
si scrive,
si canta,
si balla.

Di quel
che resta
ci bastan
gli occhi.

 

21.3.05

 
Solstizio.

Ho munto un'espressione da gelo.
Figura 12 del mio cartellone, accanto al buon nome della mia famiglia ad ore.
Non me ne vien su nessun altra dall'addome perciò ho deciso di rimanere assuefatto e statico nel mio migliore quadro artico.
La bella stagione è cacciatrice di rugiada oltre che precoce: da alcuni istinti mi danza sulla brina in cerca di uno sgurlo.
Ma io niente, assente.
Sarò albero in marmo, rifugio di picchi e cinciallegre.
Perforerò il futuro che mi attende una volta che avrò mosso almeno il ripieno dei miei capelli ai venti.
Ho una vibrazione che assomiglia all'ombra della rabbia ma purtroppo non ne possiedo il nervo e quando sbraito mi si alza sempre più spesso l'angolo del mio labbro destro.
Trachea ed esofago come contorno della mia saliva che deglutisce possente e si sente, specialmente quando mi sfiatano le narici in bolla che tento inevitabilmente di riattaccare con la colla.
Albume e tuorlo amalgano unici in Es: sgrassano il calcare della mia stessa periferia dal guscio crepata.

#

 

 

 
   


Pixel stretti:


   


Questo è
l'ultimo
inchiostro
mercantile
fresco di
sale e rime.


Qui ultimamente
sto in compagnia
di bella gente.

 

carta

Quest'altro
invece
è a spasso
per Santiago
con le prime
piume.



Il Pallone,
se sei così vecchio,
ora l'avresti perso.

Fortuna che,
come niente,
ora è tornato
tranquillo come sempre.

Se spulci
attento
già c'è l'eco
archiviato
di quel che ero.

Comunque
di certo
rimane solo
lo Sghembo,
ed è questo:

Home.

     
    Cerca che ti passa  
   
Vi lascio la punteggiatura, ma non nel mezzo: quello e' tutto fra la mia testa ed il blu.
Percio', nel caso vi piaccia per gloria o pecunia, almeno un grazie o una mancia rauca.
 
   
creativo