Di quel
che passa
si scrive,
si canta,
si balla.
Di quel
che resta
ci bastan
gli occhi.
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19.10.04
E' la prassi.
Il vuoto restringente lascia poco nulla di spiraglio per fare passare un tacito accordo o un credulone farlocco o perlomeno l'impressione di una illusione.
Il signor freddo lo conosci di persona quando nelle tasche hai niente: prima lo hai sentito dire e nulla più ma quando ti tocca allora la questione cambia.
E' il tempo dell'imbottitura, del travaso e del contagio.
Bisogna chiamare nella radura le gonne ed i rossetti e lasciarsi tentare da qualcuno che da lontano schiamazza il tuo nome e più ti avvicini meno starnazza.
Alllungarsi i ricettori e provarsi in panni ipertesi.
Suscettibile: voglio essere maldestro e irascibile, sballottato andante senza reazione al colpo ferire.
Quasi quasi m'inforco sopra un terreno scosceso e mi divido fra quel che straccio e quel che ero.
Ho compilato tutti i moduli che mi avete chiesto.
Li lascio alla portinaia dell'Elemento.
Pùtaegia rembambida.
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Vi lascio la punteggiatura, ma non nel mezzo: quello e' tutto fra la mia testa ed il blu.
Percio', nel caso vi piaccia per gloria o pecunia, almeno un grazie o una mancia rauca. |
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