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16.6.04Graffio. Com'uno cheto stolto e sbiesso salgo e cingo il monte turgido: dal rosa timido stringo e afferro il circolo scuro divenire fulgido. M'inarco lento in adito di vento stuola bagnata attendo in rugiada: secreto in labbra scosse arrovento oscillo in fremito tra soglia e casa. Ferito di te conio e m'imburro disarmato ripongo crudo il corpo: cospargo l'estasi del mio strutto nel tremito venereo ancora scosso. D'acqueo placido in roco mi dileguo esausto stringo il frutto in grembo: scardino l'eterno in trino evento arranco in estremo e da te m'esterno.
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Qui ultimamente
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Quest'altro
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Il Pallone, Home. |
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Vi lascio la punteggiatura, ma non nel mezzo: quello e' tutto fra la mia testa ed il blu. Percio', nel caso vi piaccia per gloria o pecunia, almeno un grazie o una mancia rauca. |
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