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27.5.10Per tre stralci d'elisir e chitarra. L'istrice del buono che punge parrebbe un sogno stonato: lamento adatto ad un errore al raso d'un marciapiede cantato. Dolce per nuvole a caramella sfugge acerba d'erba in maggio: non ha ritegno nè cane ululato solo la fuga in fine scalza scoperta. Muschio di sponda in attesa, gruccio su baci d'altra fronte al passo d'una vita mai spesa sul canto che disconosce il monte. Per quel che valga baratto l'aria con tre stralci d'elisir e chitarra. 6.5.10Figura retorica in scala armonica. Maggio in freddo cane basterà a sbudellarmi le ossa a rendermi innocuo al sol levante pronto alla resa delle stelle ligio al dovere cadente e vaporoso al riflesso del cromo? Disordine che muore in un solo candore senza il volto di uno scalfito d'alba senza il ritegno d'un buono sconto senza la vela in assenza dell'ago resto o vado per ora scuffio con animo brado e probo. Neve in bianco e nero sbuffa la brezza scortica un sorriso scioglie la corteccia in un ricordo sbieco protetto dal miele radente al gelo. Sciarpa al collo m'interrompo coltivo un ticchettio vangato lo espongo in presa visione contando le pause di quel che non ci vuole di quel che non ci duole di quel che non ci vuole di quel che non ci duole. Sulla luna siamo sempre leggeri con l'instintiva sopravvivenza senza aria nei polmoni con una prospettiva di resistenza ai paesaggi ristretti ai dossi e ai crateri. E' ora di rientrare salgo sull'autobus e mi preparo m'aggiusto la cravatta color rivoluzione osservo senza peso e di colpo mi rendo il conto allungo la mano ed afferro un dolce suono.
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Qui ultimamente
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Quest'altro
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Il Pallone, Home. |
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Vi lascio la punteggiatura, ma non nel mezzo: quello e' tutto fra la mia testa ed il blu. Percio', nel caso vi piaccia per gloria o pecunia, almeno un grazie o una mancia rauca. |
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