Sali a Baita   Do Re Mi
Fa
Sol
 


Di quel
che passa
si scrive,
si canta,
si balla.

Di quel
che resta
ci bastan
gli occhi.

 

21.10.06

 
Senti Sara.
Senti Sara
non è che te lo si può spannare
quel che non ha un'entità
è solo che quando s'alza l'alba
ho un'ombra già diversa
è che per quanto io voli
più che la nuvola m'attira la polvere:
di tutto quello che ho passato
me lo porterò un poco a zonzo.

Senti Sara
non è che mordo per diletto
ma è la natura che m'ha dato randagio
non è che con gli altri sono un altro
rifletto solo il mio essere bastardo
e se rido che t'inquieta
è solo la mia paura della sera:
hai un'apprezzabile mia compassione
ma non è spesa tua il guadagno mio.

Senti Sara
certo che riempio di voglia un sogno
se non fossi sarei già un uomo morto:
resta pure a fissare la distanza
fra la muffa e la fragranza
che io piscio oltre la siepe
tanto Dio balla e non mi vede
da tempo ha smesso d’occuparsi di cristiani
per trombarsi miss religione.

Senti Sara
non ho voglia non ho gusto per i tempi
d’arrivar secondo per frustrazioni:
tanto meglio buscarsi raffreddori
cause danzanti senza reti di maglie
scriver parole per realtà d’illusione
senza senso ne cagionevole ragione
da scorticarne un premio frammento
come un cielo che d’accoglienza sarà.

#

16.10.06

 
Sincope a cuspide.

Una luna a spirare di porpora ulula e spaventa
di cuore di singhiozzi di canfora roca che gracida nel mare.

E' una sirena che piega l'ira
un nervo che drizza l'orecchio
un atto che incute l'animo.

Ora son ansie che salgono spioventi nella gola
più che una rincorsa s'ingruma in un grido di donna.

E' un ricordo che fende l'aria
un polso che spezza il sibilo
un dubbio che rincuora la pelle.

#

10.10.06

 
Archi e fiato.

Introdursi per la tua collana dovizia è un gemito che sfocia distante:
ossa stridule al di là della carne, ottava più alta d'una scala portante.
Viola stanca ch'asciughi il riverbero in oboe d'uno spruzzo fagotto


tuo è il mondo che stride accanto al reale umano bendato fato.
S'accorda la perdita daziata corda retta in virtù di ritirata perfetta
scolando nel volgo l'incomprensibile purezza inestricabile al sogno.

#

 

 

 
   


Pixel stretti:


   


Questo è
l'ultimo
inchiostro
mercantile
fresco di
sale e rime.


Qui ultimamente
sto in compagnia
di bella gente.

 

carta

Quest'altro
invece
è a spasso
per Santiago
con le prime
piume.



Il Pallone,
se sei così vecchio,
ora l'avresti perso.

Fortuna che,
come niente,
ora è tornato
tranquillo come sempre.

Se spulci
attento
già c'è l'eco
archiviato
di quel che ero.

Comunque
di certo
rimane solo
lo Sghembo,
ed è questo:

Home.

     
    Cerca che ti passa  
   
Vi lascio la punteggiatura, ma non nel mezzo: quello e' tutto fra la mia testa ed il blu.
Percio', nel caso vi piaccia per gloria o pecunia, almeno un grazie o una mancia rauca.
 
   
creativo