Sali a Baita   Do Re Mi
Fa
Sol
 


Di quel
che passa
si scrive,
si canta,
si balla.

Di quel
che resta
ci bastan
gli occhi.

 

21.11.05

 
Due Settimi.

Che bello mi dicesti
quel che non passa resta ai gesti
non ci fu verso non ci fu
diciotto persone al giorno
lasciano questo mondo
per andarsene con voce gutturale.
Non sono poi tante
bastava ricaricar le batterie giuste
conservarsi lo scontrino
inviare la prova della confezione
e sarebbero sopravvissute
iscritte partecipando ai concorsi
in Italia e all'estero
avrebbero contrastato il nemico
si sarebbero fatte degli amici
fossero state ottimi medicinali
nati dall'esperienza di farmaci strani.

Andrea volevo dirti che
la prossima volta ne saprò più di te
non ti lascerò andare in trasferta
non guarderò solo quel che ti devo
mi informerò grattando il codice
sarà il segreto delle nostre pulci
chiamerò un idraulico bravo davvero
stuberò il metro della mia antologia
rivivrò il mito della nostra infanzia
cambierò profumo per attirar vampiri
e poi correrò in auto
ridotto a fari accesi
incrocerò il dieci orizzontale
e chiederò un' asse per stirarmi.

Nel 1990 pubblicherò il mio greatest hits
vicino al mio desiderio nato per Babbo Natale
fu stanco e non mi prese in considerazione
così lo realizzai da solo in comode minirate
lavando le mie stoviglie a meno di diecimila lire
e mi comprai un amaro
si sa mai avessi avuto voglia di un rutto.
Non c'era bisogno d'altro
sul tavolo ancora raccoglievo i successi
e quando ricominciò a martellare
io ero già insoNnorizzato:
lontano dall'andirivieni
la mia testa sott'acqua
contava già i denti ai pesci.
Destatomi
mi venne

Care rime suicide
niente dite servite ne siete.

#

11.11.05

 
Mela.

Fra i rivoli orticanti del fogliame arso d'autunno
morsa sdentata del primo freddo
sfuggendo alla mezza età ch'attraversa la strada
ti ho svolto guardarti il naso insù la sciarpa
crespando chissà quale cruccio
fra le sfide degli incontri acciottolati.

Cinta fra le siepi rifugio dei muri
t'avrei spinta almeno a pronunciarti
tu che non sapevi, tu che possedevi
tu che tutto il mondo credevi.
Abbarbicata insita nel tuo pertugio
mai lasciasti l'aria sfiorarti carezza.

Ora che coli l'oro dei tuoi rovi
t'accorgi d'esser fulcro del tuo cespuglio.
Sporgerti è ceppo di fuoco passato:
resta un gomitolo vuoto il tuo fiato
e la via oltre l'attesa pretesa
assopita cerca ancora la sua bacata mela.

#

7.11.05

 
Boulevard.


''Fin qui tutto bene
fin qui tutto bene
fin qui tutto bene.

Il problema
non è la caduta
ma l'atterraggio.''

#

3.11.05

 
Di carta un fiore.

Io non lo so.

Del brivido del Lui in me
come onda che dalla loggia
indugia e poi stordisce
mercante delle sue parole
urlate dai volantini
alzate sulle panchine
disordinate nelle orbite
degli occhi dei passanti.

Io non lo so
chi s'è ritrovato per caso
davanti al mio naso
[ma]
non me ne scuso
se gli ho urlato un bacio
putrefatto non dagli anni
bensì da un ricordo morto
[ma]
non me ne scuso
se quando ho sputato
la rabbia era densa
se anche solo una
è stata la fiammella
che han raccolto
nel mio lumino.

Io non lo so
se era fune la mia voce
e il mio corpo vibrazione
se un gesto è spettacolo
e una poesia può esser sdegno.

Io non lo so
se devo bastar io
nato d'anni 29
monco del suo fiato
ruggine del potere.

Io non lo so.

#

 

 

 
   


Pixel stretti:


   


Questo è
l'ultimo
inchiostro
mercantile
fresco di
sale e rime.


Qui ultimamente
sto in compagnia
di bella gente.

 

carta

Quest'altro
invece
è a spasso
per Santiago
con le prime
piume.



Il Pallone,
se sei così vecchio,
ora l'avresti perso.

Fortuna che,
come niente,
ora è tornato
tranquillo come sempre.

Se spulci
attento
già c'è l'eco
archiviato
di quel che ero.

Comunque
di certo
rimane solo
lo Sghembo,
ed è questo:

Home.

     
    Cerca che ti passa  
   
Vi lascio la punteggiatura, ma non nel mezzo: quello e' tutto fra la mia testa ed il blu.
Percio', nel caso vi piaccia per gloria o pecunia, almeno un grazie o una mancia rauca.
 
   
creativo